La pera volpina ha un albero mediamente vigoroso. I suoi frutti, a forma di pera, ma piccoli e rugginosi, sono inseriti nei rami a piccoli gruppi. Si possono consumare solo cotti perché duri e tanninici. Esistono due varietà: Volpine e Broccoline. Si raccolgono in autunno e possono essere consumate fresche previa cottura, oppure conservate per molte settimane in un luogo fresco. Possono essere cotte nel sangiovese oppure, semplicemente, nell’acqua.
La pera volpina è un frutto dimenticato tra i più popolari in Romagna e lungo l’Appennino. Deve il suo simpatico nome alle volpi, che ne sono ghiotte. Il suo albero veniva utilizzato come sostegno per i filari nelle vigne.Va mangiata cotta in quanto è un frutto duro e asprino. Un tempo veniva lessata in acqua, e ancor meglio nel vino, aggiungendo castagne e marroni (il che tradisce la vocazione collinare), qualche foglia d’alloro, zucchero, spezie, e opportunamente un pizzico di sale marino grosso. Tradizionalmente assai considerata, nelle diverse varietà, ma anche per il succo, antisettica, anticarie, contro l’acidità, disintossicante, per la bellezza della pelle.
Ancor più tradizionalmente la pera volpina è stata uno degli ingredienti del romagnolissimo “savor”, confettura casalinga e contadina, preparata dopo la vendemmia, ottenuto dalla lunga bollitura di mosto fiore non fermentato arricchito (a partire dalla metà della cottura, dopo all’incirca 3-4 ore) da frutti dimenticati, autunnali, frutta secca, canditi, e altre disponibili in mensa o arrangiate alla meglio.
(Tratto da www.montebattaglia.it)